Vignaioli dell'Etna porterà con l'immaginario in Sicilia, nei meandri della spettacolare viticoltura etnea, una realtà in cui gli impervi vigneti ai piedi della montagna sono coltivati ad alberello su terreno vulcanico sabbioso rispettando le antiche origini greche e garantendo all'occhio un panorama unico che si intreccia con frutteti, boschi e il giallo delle ginestre nei periodi di fioritura.
Qui fanno da padrone vitigni autoctoni come il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Carricante e la Minnella, coccolati e "regolati" dall'Etna. La Montagna di Fuoco cosi definita da Salvo Foti, uno dei pionieri del recupero della viticoltura etnea, non è solo una maestosa presenza geografica, ma è anche fisica, psicologica. Dal Vulcano gli anziani agricoltori hanno ricavato premonizioni, auspici, previsioni climatiche tramandandone il fascino. Non si può immaginare quella terra senza la Montagna. La natura conosce l'arte della diversità e l'Etna sembra incarnarne il vero significato. Ogni versante che si dirama dalla cima del cratere regala dei vigneti singolari e diversi nelle loro espressioni anche solo per pochi metri di distanza l'uno dall'altro.
